Normandia


Vacanze pasquali, otto giorni a disposizione, abbiamo deciso di fare un bel giretto con Brunettino, il nostro camper.
Non è la prima vacanza che facciamo con questo mezzo, eravamo già andati via tra Natale e capodanno ma in quell'occasione avevamo preferito stare piu o meno in zona.
Ora conosciamo meglio il mezzo e abbiamo deciso di ampliare l'orizzonte verso la Normandia. Martina era già stata in camper con i suoi genitori tanti anni fa e aveva bei ricordi, io non ci ero mai stato.
Il giro, mai definito troppo bene perché a noi piace improvvisare al momento senza vincolarci troppo, era di circa 3000 km.
Non sembrano tanti, ma se si considera che Brunettino riesce a tenere una velocità autostradale di 80 massimo 90 km/h, che scende drasticamente nelle salite anche leggere e nelle ripide discese non supera i 110 km/h di tachimetro, quei tremila chilometri diventano tanti!
Così il mercoledì prima del giovedì santo, quando Martina finisce di lavorare, la sera mangiamo un boccone a casa, passiamo a Seriate a caricare l'acqua e partiamo. Inizia così la vacanza!
Verso le undici di sera, a pochi chilometri da Airolo, in Svizzera in direzione San Gottardo, la stanchezza inizia a farsi sentire e ci fermiamo a dormire in un parcheggio lungo l'autostrada dove c'erano già altri camper. Per essere lungo l'autostrada, era molto verde e tranquillo.
La mattina ci alziamo presto, un bel caffè della moka e ci mettiamo in marcia, sarà una giornata non troppo divertente ma che ci permetterà di portarci molto a nord.
Superato il traforo, soluzione scelta per oltrepassare le Alpi al posto del Monte Bianco, che i navigatori consigliano ma in realtà fa risparmiare poco tempo e fa spendere tantissimi soldi tra la carissima autostrada A5 e il costosissimo traforo (se non erro più di 70 euro andata e ritorno col camper). Passando dalla Svizzera con 36 euro di vignetta si superano le Alpi all'andata e al ritorno, oltre a poterci tornare tutte le volte che si vuole durante l'anno senza spendere altri soldi.
Raggiungiamo Lucerna, poi Basilea ed entriamo in Francia nei pressi di Molhouse.
Da qui abbiamo cercato di non fare troppa autostrada visto che in Francia ci sono comodissime strade gratuite e poco trafficate, oltretutto con le prestazioni del nostro mezzo in autostrada non andiamo nemmeno chissà quanto più veloce.
Superiamo Reims, seguiamo per Calais e poi per Dieppe.
Verso sera, dopo circa 900 km ed un'intera giornata di guida, ci fermiamo a pernottare in un area di servizio, mancano una cinquantina di chilometri alla costa.
La mattina, dopo un caffè della moka e un pain au chocolate del bar ripartiamo e dopo non molto iniziamo a vedere il mare.
Cerchiamo di costeggiarlo il più possibile cercando stradine a picco sulle falesie, spesso strette e poco idonee ad essere percorse con un camper, ma molto suggestive.
Raggiungiamo Etretat e finalmente mettiamo i piedi fuori dal camper.
Il paese è molto carino e ai due lati della spiaggia si vedono altissime falesie e soprattutto il famoso arco.
Decidiamo così di imboccare il sentiero che sale sopra la falesia, raggiungere la sommità e scoprire che dietro c'è un altro arco.



Dopo un'oretta di camminata siamo al paese per mangiare un buon piatto di mules (cozze) e frites (patatine fritte).
Torniamo al camper e ci rimettiamo in marcia verso Le Havre, oltrepassiamo la Senna e raggiungiamo la costa nei pressi di Deauville. Qui non ci sono più falesie, ma spiagge ampie.
Per sera ci fermiamo ad Houlgate, in un economico campeggio comunale per comodità e corriamo in spiaggia.
Sono giorni di luna piena con coefficiente di marea altissimo, infatti abbiamo percorso qualche centinaio di metri verso il mare, prima di raggiungerlo. Spettacolare per chi, come me, non aveva mai visto maree di queste dimensioni.


Ripartiamo la mattina sempre seguendo la costa, per poi fermarci alla prima boulangerie per fare colazione con pain au chocolate e crossaint, cosa poi ripetuta anche tutte le altre mattine.
Andiamo verso le famose spiagge dello sbarco del 1944, la prima che incontriamo è Arromanches.
Parcheggiamo nel comodo parcheggio camper, scendiamo in paese e ci incamminiamo per diversi chilometri sulle falesie. I blocchi di cemento nel mare, i carri armati e le passerelle posizionate come monumento, i musei, tutto ricorda quei giorni di 75 anni fa che hanno cambiato la nostra storia.
Nel pomeriggio visitiamo il cimitero americano di Omaha Beach. Vedere un prato immenso con croci bianche a perdita d'occhio, tutte uguali e perfettamente allineate l'una con l'altra non lascia indifferenti e rende l'idea di quanto siano costati quei giorni in vite umane, la maggior parte ragazzi anche più giovani di noi.
Scendiamo poi a Omaha Beach, una spiaggia enorme che lo diventa ancor di più con la bassa marea.
Per portarci avanti percorriamo la costa ancora per un po' fino a raggiungere una spiaggia desolata nella zona degli allevamenti di ostriche. Il parcheggio ci sembrava molto vicino al mare, considerando che dopo qualche ora sarebbe arrivata l'alta marea, ma vicino a noi c'erano camperisti francesi molto sereni e la cosa ci ha confortato.
La spiaggia non era bellissima perché si vedevano delle strutture nere per gli allevamenti e trattori che continuano ad entrare e uscire, ma quando il sole ha iniziato a calare il livello del mare si stava alzando notevolmente, i trattori avevano smesso di circolare e nel giro di poco l'acqua aveva coperto tutte le strutture nere.
Quando il tramonto offriva i colori migliori, l'acqua era pochi metri sotto di noi e quel posto era diventato bellissimo.


Ripartiamo l'indomani verso l'ultima spiaggia dello sbarco visitata, Utah Beach, per poi dirigerci a nord verso Barfleur, un caratteristico paese con un piccolo porto di pescatori che di mattina vendono il pescato.


Il paese è famoso per il porto che si asciuga completamente con la bassa marea e lascia le barche adagiate sul fondale. Peccato che a quell'ora la marea era alta, in ogni caso merita una visita.
Verso mezzogiorno ci spostiamo al vicino faro di Gatteville, uno dei più alti della Francia, posto tranquillissimo dove abbiamo parcheggiato il camper fronte mare per cucinare qualcosa.


L'acqua aveva un bel colore azzurro, il sole era decisamente caldo per essere aprile, quasi venti gradi, così decido di uscire dal camper con costume da bagno, infradito e salviettone. Tocco l'acqua con i piedi, era gelida! Niente tuffo, peccato.
Dopo pranzo ci mettiamo in marcia verso nord per raggiungere, dopo un paio d'ore, Cap de Le Hague.
Il passaggio è da cartolina, una strada che arriva in discesa e finisce in prossimità di un paesino di una dozzina di case e un porticciolo, sulla destra un faro posto su una penisola che dopo qualche ora diventa un'isola.


Poche centinaia di metri prima del faro c'è un comodo parcheggio per i camper.
Per cena ci siamo concessi un piatto di ostriche (essendo della zona, hanno prezzi molto invitanti), gamberi e lumache di mare al ristorante, che è l'unica attività commerciale del paesino, per poi vedere il tramonto reso ancora più affascinante dal livello del mare che continuava a salire.


Al risveglio, prima di partire verso sud andiamo a vedere Nez de Joburg, una delle falesie più alte d'Europa.


Il posto è bellissimo, dal tranquillo parcheggio parte un sentiero che raggiunge le falesie, così decidiamo di impiegare la mattinata per una piacevole camminata.


Il posto ci chiamava per trascorrere una notte, ma poi avremmo dovuto correre troppo nei giorni successivi, quindi vi siamo messi in marcia.
Nel pomeriggio raggiungiamo il faro di point d'Agon. Il mare lì sembra lontano, ma di sera quando sale la marea diventa molto vicino, tanto che i cartelli del parcheggio fanno capire che se sbagli orario rischi di trovare la macchina sott'acqua!


Per sera riusciamo a parcheggiare in un tranquillissimo prato vicino alla spiaggia.
Anche qui abbiamo riscontrato una grandissima libertà verso i camper.
Abbiamo ancora tre giorni di vacanza, ma due serviranno per il viaggio, quindi rimane un giorno per visitare uno dei simboli della Francia, Mont Saint Michel, che raggiungiamo in mattinata.
Parcheggiamo nell'apposito parcheggio camper e ci incamminiamo verso la passerella. Tutti i turisti, in buona parte italiani, che non avevamo incontrato in tutto il viaggio sono comparsi li e per le navette la coda era lunghissima, quindi i 3,5 km li abbiamo comodamente percorsi a piedi.


Il posto è bellissimo, ma come in tutti i posti molto turistici si ha un eccessivo affollamento che fa perdere buona parte della magia. Abbandonando la strada principale con i negozi e salendo verso l'abbazia, dopo la coda per il biglietto siamo riusciti a visitarla tranquillamente, per poi proseguire il giro dell'isola dalle mura esterne prima di uscire e tornare al camper.
Per sera, verso le 20 siamo tornati all'abbazia, stavolta con la navetta semivuota, per assistere all'arrivo della marea.
I negozi erano chiusi, di gente quasi non ce ne era e il posto aveva finalmente la tranquillità necessaria per poterselo godere (o almeno secondo i miei canoni, ammetto di essere un po' un orso per queste cose).
Poco prima delle 22, con le ultime luci della sera la marea arriva piuttosto velocemente e Mont Saint Michel, per tutto il giorno in mezzo a un'infinita distesa di sabbia, diventa un isola.
Ultimi due giorni di vacanza, circa 1300 km da percorrere considerando che la velocità media difficilmente supererà i 70 km/h.
Da qui la decisione di lasciare l'autostrada dopo Le Mans e disattivare le strade a pedaggio sul navigatore, scelta rivelatasi azzeccatissima.
Siamo abituati a percorrere le autostrade nei nostri spostamenti perché da noi o ci sono strade di montagna o ci sono centri abitati, raramente troviamo strade che attraversano pianure semi deserte.
Ecco, la Francia è così, oltretutto i paesini che si incontrano sono tutti molto carini, spesso con casette basse in pietra senza quasi mai vedere tristi condomini.
Seguiamo la Loira, superiamo Orleans, percorriamo una piacevolissima strada collinare che attraversa vigneti finché, passate le 21 ci fermiamo a dormire fuori dalla posta di un paese di poche anime del quale, anche impegnandomi, non ricorderei il nome.
Siamo a circa 600 km da casa, distanza che copriamo entro la sera dopo sempre attraversando la Svizzera e il San Gottardo.
Appena usciti dall'autostrada a Bergamo, prima di tornare a casa, ci siamo fermati a mangiare una pizza.
Bellissima la Francia, abbiamo visto posti favolosi, ci siamo goduti il camper con la massima libertà e tutto sommato abbiamo sempre mangiato bene, ma la pizza è la pizza!

Maggio 2020: Questo racconto è su PleinAir! 

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